Politica
Gli italiani sono anche slavi, e questo appare un segno bellissimo delle fusioni etniche che passano per il sangue ancor prima che per i confini.
A partire dal Medioevo il grande merito di questo arcaico 'meticciato' va alla Repubblica di Venezia e al suo impero adriatico, capace di raggiungere con il cosiddetto 'Stato de Mar' i suoi domini marittimi nelle coste balcaniche. Gli abitanti non latini dei possedimenti della Serenissima erano talvolta detti Schiavoni, i quali godevano di ampie autonomie e rappresentavano per la Repubblica un corpo armato fedelissimo.
Tanti cognomi ancora oggi segnano curiosi intrecci e fusioni: nella mia stessa famiglia posso citare Tomasin/Tomažinčič di mia nonna materna.
Dunque l'Istria, il Quarnaro e soprattutto la Dalmazia sono terre dal sangue d'oro, dalla bandiera propria, dalla dimensione franca. È nostro dovere ascoltare il loro sospiro di libertà.
20.10.2025
Si sono rotti gli occhiali proprio mentre guardavo i confini di Trieste.
I trattati che ci hanno privato di terre italiane quali Istria, Quarnaro, Dalmazia e Morlacchia istriana -nostre per etnia, cultura, popolazione, lingua- assegnandole alla Jugoslavia nel 1947,1954, 1975, meritano oggi una doverosa revisione, rispettosa delle vittime dell'esodo giuliano dalmata, delle minoranze perseguitate, dell'imparità sui diritti di cui oppressi sono essenzialmente gli italiani.
Da anni perlustro la questione adriatica e credo sia giunto il momento di trattare, diplomaticamente e pacificamente, nelle sedi legali e tramite il diritto internazionale, la giusta restituzione dei territori.
A breve tutte le informazioni.
22.10.2025
Istria italiana! Fiume italiana! Dalmazia italiana!
Deve essere AZZERATO il trattato di Osimo tra Italia e Jugoslavia, nazione quest'ultima che non esiste più.
Mancando l'interlocutore diretto che ha firmato tutto va rivisto, poiché non abbiamo "patteggiato" con la Croazia o con la Slovenia, nazioni formatesi in seguito.
Finora troppi politici hanno evitato di affrontare l'argomento ma adesso, nei fori competenti, attraverso il diritto internazionale, la diplomazia e qualunque altra via giusta e necessaria, si chiederà risposta agli eccidi di Tito, alle espulsioni di massa, alle confische, alla pulizia etnica di cui gli Italiani sono stati vittime.
Anche gli eredi dei nostri martiri devono essere risarciti moralmente, civilmente e penalmente.
ZONA B ITALIANA
Procederemo anche alla proposta di rivalutazione del trattato di Parigi e del Memorandum di Londra nelle opportune sedi legali competenti.
24.10.2025
Non capisco perché parlando di Istria, Dalmazia, Quarnaro e soprattutto "Zona B" si debba automaticamente pensare a una guerra imminente, come se il solo analizzare legalmente la validità dei trattati portasse un'implicita nostra minaccia di invasione.
Cari amici sloveni e croati, qui nessuno pianifica aggressioni, marce e invasioni, siamo le persone più pacifiche del mondo, ma vogliamo semplicemente far valere i nostri diritti.
In poche parole vi stiamo dicendo che queste terre sopra citate appartengono all'Italia per diversi "vizi" legali, in primis per il fatto che il Trattato di Osimo del 10 novembre 1975 è stato siglato dalla Repubblica Italiana e dal Governo della Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia, nazione quest'ultima che non esiste più. Il trattato quindi non solo meriterebbe un riesame -o azzeramento in base alla sentenza- ma addirittura, in caso di revisione, necessiterebbe della firma di tutti gli ex stati "federativi" dell'ex Jugoslavia: Serbia in primis… (non sto qui a specificare come soppesare il voto, se in base al numero di abitanti o al ruolo di Belgrado quale ex capitale).
Inoltre, nel riaprire attraverso i fori competenti e i tribunali internazionali, sarà d'uopo verificare la regolarità dell'annessione della "Zona B" alla Jugoslavia ben prima il Memorandum di Londra del 1954, quest'ultimo semplice protocollo d'intesa per il passaggio da un'amministrazione militare a una civile e non l'autorizzazione all'annessione.
Tali argomentazioni sono solo la punta dell'iceberg di ciò che sarà portato in esame nella complessa causa adriatica.
Lo facciamo per la memoria dei martiri delle foibe; per i confini amputati ingiustamente; per i diritti materiali e morali di esuli e eredi condannati a morte o alla fuga dal regime di Tito; per la Patria inviolabile.
Sappiamo benissimo che nessun risarcimento materiale potrà soddisfare quanto perso dai nostri compatrioti, ma è legalmente giusto che la controparte paghi finalmente l'indennizzo, i danni e le spese di ciò che ha commesso.
#istriaitaliana #zonab
27.10.2025
Buona settimana a tutti, specialmente ai goriziani che aprendo le finestre ogni mattina devono vedere la terribile scritta che gli sloveni hanno collocato a pochi passi dal nostro confine: TITO.
Quattro lettere enormi, bianche, offensive, che campeggiano lì da decenni, celebrando il dittatore criminale e il suo regime sanguinario fautore solo di persecuzioni, violenze e deportazioni, dalle foibe alla strage di Vergarola.
Quella scritta è una macabra provocazione slovena che oltraggia le migliaia di nostre vittime: ci ridono in faccia, sbeffeggiano i nostri morti.
Abbiamo chiesto all'Unione Europea di intervenire e tutelarci ma, ovviamente, se ne sono lavati le mani come Ponzio Pilato. La loro risposta è stata che "le politiche commemorative rientrano nella competenza esclusiva degli Stati membri"… quindi, mi chiedo io, se la Germania un giorno decidesse di scrivere "A d o l f" al confine con la Polonia o davanti a un campo di sterminio, per loro andrebbe tutto bene?
Comunque da questa vicenda almeno una certezza l'abbiamo ottenuta: non sarà l'Europa a difenderci.