Politica
Nel corso degli anni Daniele Radini Tedeschi si è fortemente adoperato per difendere i diritti dei cittadini giuliano dalmati affermandosi come protagonista di sentite posizioni ideologiche su istroveneto e confine orientale.
Il suo impegno diplomatico a favore degli esuli e la valorizzazione della cultura autoctona di quelle aree può essere sintetizzato nella visione autonomista di territori storicamente 'compositi'.
Attraverso un osservatorio di tecnici ha affrontato il progetto per la rilettura del Trattato di Osimo e del Memorandum di Londra, portando significativi contributi sul riesame della Zona B e dell'intero Territorio Libero di Trieste.
Durante la conferenza di Palazzo Venezia a Roma (2025) ha dichiarato: "Affermare che Istria, Fiume e Dalmazia siano territori italiani è da leggersi solo come atto dovuto: quello di un padre che chiede giustamente un rapporto di figliolanza. Ecco, soltanto un riconoscimento non una potestà. Perché sappiamo bene che queste "creature" hanno anche una meravigliosa madre slava; ed anche una nonna veneziana; e bisnonni narentani, poi prozii morlacchi e infine avi illiri.
Sono terre dal sangue d'oro, dalla bandiera propria, dal cuore franco... è nostro dovere ascoltare il giusto sospiro di libertà".
Inoltre è attualmente osservatore attento della questione inerente la cessione di opere d'arte tra Italia e Slovenia, iniziato con la cosiddetta 'restituzione' della Pala di Pirano di Vittore Carpaccio (agosto 2025).
Tra le onorificenze dinastiche della Casa Radini Tedeschi ricordiamo l'Ordine Imperiale di Sant'Anna di Russia conferito dallo Zar Nicola II Romanov; il titolo di Cavaliere Aurato (Milizia Aurata - Ordine dello Speron d'Oro conferito da Papa Innocenzo VIII Cybo).